Sfruttamento animale

 

imageViviamo  in una società la cui cultura è profondamente antropocentrica. Sin dalla nascita ci viene insegnato che l’essere umano è l’unico depositario di valori morali e che gli animali esistono per soddisfare i nostri bisogni. Questo atteggiamento nei confronti delle altre specie viene giustificato principalmente con la convinzione che possedendo superiori facoltà cognitive, abbiamo il diritto di disporre delle loro vite.
Una realtà che condanna miliardi di esseri senzienti a soffrire e morire per diventare cibo, pelli e pellicce, per essere sottoposti a esperimenti o per venire rinchiusi e utilizzati in circhi, zoo e altri tipi d’intrattenimento.
Tutto questo avviene senza alcuna esigenza, non vi è nessun reale criterio per cui sfruttiamo gli animali se non la ragione del più forte. Riserviamo loro questo trattamento solo perchè non sono della nostra specie.

Questa mentalità, anche se fortemente radicata, consiste in una discriminazione chiamata specismo, caratterizzata da una visione del mondo su scala gerarchica al cui vertice risiede l’essere umano. Al di sotto stanno gli animali, prima quelli considerati d’affezione, tutelati da alcune leggi ma considerati comunque una proprietà e non portatori di diritti intrinseci, sino ad arrivare al fondo, a quelli considerati come oggetti, costretti ad una vita misera, privati di ogni necessità etologica o condannati a morte lontano dai nostri occhi.

Il cambiamento per cui ci battiamo parte dal presupposto che non deve essere l’appartenenza di specie, di razza, di genere o l’orientamento sessuale a tracciare il confine del rispetto e dell’empatia nei confronti di qualunque essere vivente.

Insieme possiamo contribuire a costruire un mondo diverso, libero da ogni sfruttamento e discriminazione.

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